Avevo concluso il mio ultimo post dichiarando che probabilmente avrei cambiato telefono. Ebbene, sono stato costretto a farlo mio malgrado.
Un borseggiatore, che forse avrà letto delle mie intenzioni, ha pensato bene di togliermi qualsiasi dubbio sottraendomi lo smartphone dalla tasca della giacca. Il fatto in realtà non mi ha procurato alcun trauma, ma mi ha fatto perdere molto tempo, oltre a numerosi video e foto che conservavo sulla scheda di memoria del telefonino, in ricordo di tanti momenti piacevoli trascorsi con familiari e amici. E pensare che proprio la sera prima stavo per trasferire tutto sul computer, salvo poi rimandare il noioso backup…
Disappunto, ecco, è questa la parola giusta per definire lo stato d’animo che mi ha accompagnato per diverse ore perché lo spiacevole episodio si è verificato per una serie di circostanze casuali. Partiamo col dire che, dopo giornate calde che hanno reso finora questo autunno una piacevole continuazione dell’estate, il giorno del “fattaccio” c’è stato un cambiamento del clima che mi ha indotto a indossare una giacca nella cui tasca esterna ho riposto, per comodità, il telefono che invece abitualmente sistemo, quando esco di casa, nella tasca anteriore dei pantaloni proprio per evitare possibili furti. E poi l’improvvisa decisione di cambiare itinerario per raggiungere la stazione, dove stavo andando per sbrigare alcune faccende, e invece di percorrere Piazza Garibaldi in superficie, come faccio abitualmente, ho attraversato la galleria commerciale sotterranea sulle cui scale mobili, molto probabilmente, il ladruncolo ha avuto l’opportunità di mettere a segno il suo colpo. Quando mi sono reso conto di non avere il telefono in tasca, sono stato colto dal dubbio (o forse dalla speranza) di averlo dimenticato a casa, e così ho usato lo smartphone di un conoscente per telefonarmi, ma ho subito avuto la certezza di essere stato derubato perché mi ha risposto immediatamente la voce registrata del mio gestore di telefonia che mi dava il messaggio di utente non raggiungibile o telefono spento. Ho dovuto perciò seguire l’iter necessario in questi casi: blocco della sim, denuncia di furto con cui fare richiesta di sim sostitutiva, acquisto di nuovo telefono e, parte più seccante, modifica di tutte le password, richiesta al mio istituto di credito di sospendere tutte le operazioni di home banking per le quali è indispensabile l’app installata sul telefonino, installazione sul nuovo apparecchio dei programmi di messaggistica, tra cui whastapp, dove per un banale errore di procedura in fase di registrazione ho perso tutte le conversazioni che pure avevo regolarmente salvato nel cloud. Insomma, 24 ore da dimenticare. Anzi no. Da ricordare. Per non ripetere gli stessi errori. E da raccontare qui per evitare che anche chi mi legge possa in futuro trovarsi in situazioni simili.
Saludos, Amiga’s